martedì 30 giugno 2015

(Dis)Uguaglianze

Le notizie di queste ultime settimane si rincorrono e portano con loro impressioni, animi e animosità di varie correnti di pensiero. Osservo, valuto, ho le mie idee, ma cerco di guardare le cose nel modo più neutro, come quando a lavoro faccio i test del software che scrivo: faccio finta di non averlo scritto io e lo valuto con un occhio il più possibile critico, da osservare esterno.

Tralascio l'ennesimo attentato terroristico dell'Isis, lì c'è solo da condannare senza ulteriori osservazioni... sì un'osservazione c'è: condannerei anche se non fosse l'Isis, condannerei chi ha fatto un atto così vigliacco per l'atto indipendentemente dalla persona.

Una osservazione la voglio invece fare sulle due facce di una stessa medaglia, irrimediabilmente divise da uno spessore di materia solida ma porosa: da una parte l'apertura degli USA ai matrimoni tra coppie di qualunque sesso, dall'altra i vari movimenti che hanno aderito al Family Day e condannano la "Teoria Gender".

Onore al merito ad una nazione (non necessariamente perché sono gli USA) che ha dichiarato legale che tutti abbiano gli stessi diritti, mi dispiace che si debbano fare delle leggi per dichiarare legale quello che era già stato stabilito da altre leggi. Mi direte che nella Carta Costituzionale degli Stati Uniti non si menzionano i matrimoni gay, ma il principio fondamentale che tutti hanno gli stessi diritti, che sono uguali davanti alla legge, quello sì è ben definito: gli americani si sono fatti una bella guerra civile per abolire la schiavitù e sancire l'uguaglianza delle persone al di là della razza, della religione, ecc.. Se avete notato assonanze con il nostro "La legge è uguale per tutti", o con qualche passo della nostra Costituzione avete notato bene... ma da noi non è ancora vero del tutto.

A parte questo comunque un passo è stato fatto, un grosso passo direi, che mi auguro abbia molti seguiti, che possa essere l'inizio dell'abbandono della barbarie di tanti secoli, millenni di oscurità imposta a tante persone. Ecco allora che in questi giorni i media e i social network si sono colorati di mille arcobaleni e tutto questo colore è filtrato fino all'altro lato della medaglia e ha sollevato animi e animosità. Dall'altro lato ci sono i difensori della "famiglia tradizionale" e gli oppositori alla "Teoria Gender".

Devo dire che non sapevo che la "famiglia tradizionale" avesse bisogno di essere difesa, mi sono posto invece molto più spesso il problema di come difendere i figli dalle "famiglie tradizionali", non perché siano sbagliate, una famiglia non è mai sbagliata... se però è una famiglia, se c'è armonia e rispetto reciproco, dove il rispetto sta anche nel decidere di separarsi per evitare di farsi più danni dello stare insieme, mettendo in primo piano l'interesse dei più deboli, tipicamente i figli. In questo momento le "famiglie tradizionali" sono le uniche che esistono (almeno a termini di legge) e quindi in questo momento i figli, i nostri figli, sono maggiormente minacciati proprio da queste famiglie. Poi c'è la minaccia della "Teoria Gender" che è... è... chi è che sa cos'è? Allora la Teoria Gender in realtà è una invenzione: è come fare un minestrone mettendo insieme frutta e verdura e poi incolpare il "mercato" di averlo messo in vendita. I cosiddetti "studi di genere" esistono fin dagli anni '60-'70 e la loro finalità è quella di evitare che vi sia una associazione "obbligatoria", "imposta" tra sesso e ruolo sociale, una identità di genere in realtà più "sociale" che naturale. Per capirci: se sei donna devi stare a casa a cucinare e fare figli, se sei uomo devi avere un lavoro e uno status da "vero uomo", come quello che in una vecchissima pubblicità "non doveva chiedere mai"... e infatti l'uomo (maschio) ha imparato benissimo a prendersi quello che vuole calpestando spesso diritti (di altri) e doveri (suoi). Quello che invece viene ribadito da quella che moltissimi hanno malamente recepito solo come una aberrazione sessuale, è che se sei una bambina e ti piace di più giocare a pallone invece che giocare con le bambole, non sei meno bambina di altre e se sei un bambino e ti piace il balletto classico o sei molto sensibile, non sei meno bambino di altri (per traslato immaginate discorsi analoghi per ragazze/ragazzi e donne/uomini). Non c'è nessun obbiettivo o proposta di masturbazioni pubbliche nelle aule scolastiche. C'è invece l'obbiettivo di insegnare il rispetto dell'altro sesso, che passa, se vogliamo, anche per un corretto rapportarsi all'altro e quindi anche per una corretta educazione sessuale... che già si fa nelle scuole e che, dove serve, viene insegnata anche alle famiglie.

E torniamo a questa cosa della famiglia e di nuovo alle due facce della medaglia di prima. In questo momento ci sono delle famiglie "legali" e ci sono delle persone che vorrebbero poter costituire anche loro delle famiglie "legali".

Ci sono delle persone a cui vengono riconosciuti dei diritti per legge (lasciamo da parte la Chiesa, quello è un passo ulteriore, che ha altre regole) e delle persone alle quali la legge non riconosce gli stessi diritti.

Ci sono delle persone che scendono in piazza per chiedere di avere gli stessi diritti di altri (non di averne di più o di toglierli a chi li ha) e persone che scendono in piazza per fare in modo che altri non abbiano i loro stessi diritti, perché deve essere salvaguardata la loro idea di famiglia, che a loro modo di vedere è l'unica che può esistere.

A tutt'oggi non esiste un solo studio, un rapporto, una relazione scientifica che dica che un bambino/a di una coppia gay cresca meglio o peggio di un bambino/a di una coppia etero. Chi sostiene che i figli "devono" avere una madre o un padre cosa pensano di quei bambini cresciuti in una famiglia declinata magari tutta al maschile o al femminile a causa di abbandono o morte di uno dei genitori? (immaginate una famiglia fatta solo di nonna, mamma, sorelle, zie o analogamente solo di nonno, papà, fratelli, zii). Siccome almeno in Italia le adozioni a coppie gay ancora non esistono i modelli famigliari "strani" più probabili sono proprio questi. Andrebbero sottratti i figli a queste famiglie per evitare che crescano male? Non credo proprio.

Il bambino ha bisogno di due cose: ricevere amore e imparare a voler bene a chi si trova di fronte.

Vi state domandando: E se poi "di fronte" si trova una persona del suo stesso sesso?

Se gli avete insegnato le cose nel modo giusto, non dovreste avergli insegnato diversità ma differenti modi di essere uguali. Dovreste avergli insegnato ad amare la persona, non la sua natura biologica.

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