giovedì 19 luglio 2012

Scelte

Facciamo scelte tutti i giorni. Dalla mattina quando ci svegliamo per scegliere magari i vestiti o la colazione, al lavoro, quando facciamo la spesa, quando dobbiamo dire o fare qualcosa. E ognuna di queste scelte definisce il nostro futuro prossimo venturo. Penso che più di qualche volta ci siamo trovati a pensare cosa sarebbe successo se non avessimo fatto o detto qualcosa. Stiamo percorrendo la struttura ad albero del nostro tempo e le scelte ci fanno spostare da una ramificazione all'altra, purtroppo a senso unico: come il tempo "scorriamo" sempre in una direzione. Tante possibilità ma alla fine percorriamo un'unica strada e non sempre il futuro delle nostre scelte è così certo, per questo bisogna diventare bravi a valutare le possibilità e fare le scelte migliori: il passato ci aiuta, l'esperienza ci aiuta, le scelte fatte in precedenza ci guidano a rifare certe azioni o ad evitarle accuratamente, quasi delle seconde possibilità.

A volte le scelte sono obbligate e qui l'esperienza precedente non ci aiuta proprio, al massimo ci prepara. A volte le scelte sono solo rimandate, perché in certi momenti non sono "praticabili", sospese in in una lista di priorità immaginaria in attesa del momento giusto, anche questo da cogliere al volo.

Per Simona è arrivato il momento giusto.
Ha atteso. Ha sofferto. Ha avuto la forza di aspettare, forse un po' di forza l'ha avuta anche da chi le è stato vicino in certi momenti, molto o poco, quello che è servito. Ha maturato e sta maturando delle decisioni che porteranno cambiamenti, per lei e per molte altre persone. Ha trovato una via verso un nuovo equilibrio nel mutare degli eventi. E le sue scelte cambieranno quelle di altri, cause ed effetti che si propagheranno nei tempi di altre persone: "butterfly effect" lo definirebbe chi studia la teoria del caos. Per noi che invece abbiamo più affinità con teorie più quotidiane ricordo un concetto legato al tempo espresso dal giornalista Ryszard Kapuscinski nel suo libro "Ebano" che più o meno diceva così:

"Nella concezione europea, tra l’uomo e il tempo esiste un conflitto insolubile che si conclude inevitabilmente con la sconfitta dell’uomo. Per gli africani autoctoni, invece, Il tempo è addirittura qualcosa che l’uomo può creare: infatti l’esistenza del tempo si manifesta attraverso gli eventi, e che un evento abbia luogo oppure no dipende dall’uomo."


Simona creerà sicuramente cose belle, per sé e per chi incontrerà. Con la sua discreta semplicità e la sua decisa consapevolezza che da qui in avanti la aiuterà ad essere sempre di più sé stessa.



"E' stato il tempo a darmi tutto il tempo
per vedere le cose che nel tempo vanno,
e io di questo tempo ho fatto giusta causa,
donando e ricevendo senza inganno."

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