giovedì 7 luglio 2011

Talenti

Non dico che la filosofia di "Yes Man" sia quella giusta. Mi sono domandato spesso se sarei in grado di dire sempre di sì in ogni situazione e sono giunto alla conclusione che no, non ci riuscirei. Però mi sono anche accorto di quante occasioni probabilmente ho perso in passato per non aver detto qualche sì in più, sempre frenato da presunte inadeguatezze di carattere e capacità. Frenato da quel sottile timore del "buttarsi" sorvolando momentaneamente i territori della fiducia senza riuscire a vedere o capire bene quanta ce ne fosse. Eppure... eppure... un giorno ho detto un sì, molto alla cieca, con molti dubbi perché era come se stessi vendendo la pelle dell'orso senza averlo ancora preso. Ho preso i miei rischi, un po' ho bluffato, ma è stato uno dei più bei sì che abbia mai detto da diverso tempo a questa parte. Un sì che mi ha introdotto in una nuova realtà lavorativa che con il passare dei mesi si è rivelata molto interessante e piena di soddisfazioni, mie e di chi mi ha dato fiducia.

Ci pensavo proprio in questi giorni, anche perché proprio in questi giorni mi sono state offerte delle prospettive interessanti per il prossimo futuro... tutto legato a quel "sì", due lettere, una parola che può avere conseguenze veramente inaspettate a volte.

E pensare che subito mi ero tirato indietro, mascherato dietro ad un "non credo di essere all'altezza" ma dentro di me dicevo "però mi piacerebbe". Ecco. Non fatelo mai. Se dentro di voi sorge spontaneo quel "mi piacerebbe" lasciate perdere qualunque considerazione successiva: il desiderio e il pensiero di poter fare qualcosa che piace vi farà andare oltre i comprensibili dubbi iniziali. Ho sempre avuto molto rispetto per i talenti che andrebbero sempre coltivati, qualunque essi siano, in qualunque situazione: sono convinto che solo per il fatto di essere "talenti" possano aiutare tantissimo. Fidatevi. Non tanto di quello che sto dicendo ma di voi stessi. Il talento, in quanto tale, aiuta all'inizio, il tempo viene in aiuto dopo. La fiducia è una questione di cuore più che di mente e per fidarci di noi stessi dobbiamo volerci molto bene. Fidatevi dell'entusiasmo, dei "mi piacerebbe tanto" che sentite dentro. Anche io devo imparare a fidarmi di più dei complimenti di chi mi sta vicino, anche se a volte sembrano esagerati oppure rivolti a cose che ritengo "normali": se ci viene fatto un complimento vuol dire che qualcosa ha colpito il nostro interlocutore e come lui probabilmente molti altri potrebbero esserne colpiti. Non si dovrebbero sottovalutare le nostre "normalità", potrebbero essere molto più speciali di quello che pensiamo. Forse dovremmo diffidare di più delle nostre "specialità", o di ciò che crediamo una specialità, soprattutto quando pretendiamo troppo da esse.

E' il continuo gioco degli equilibri... ma ogni tanto serve anche sbilanciarsi un po', per poter trovare poi un nuovo equilibrio. Più stabile del precedente? Può darsi. Diverso? sicuramente sì. Se non si rincorrono i sogni di loro rischiano di rimanerci solo inutili frammenti.

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