domenica 27 marzo 2011

La vita scorre di lato

Ci deve essere una sorta di magia in giro, nascosta, una speciale alchimia, che rende l'incontro tra due persone una cosa unica. Naturalmente tutto è un po' unico nella sua essenza, ma a volte c'è qualcosa di più, che va oltre l'apparenza e la razionalità, che sfugge al nostro desiderio di comprensione, di definizione. Vi siete mai chiesti perché l'uomo ha questa innata tendenza a voler dare un nome a tutto? a voler sempre definire le cose che vede all'interno di schemi? un profondo desiderio di conoscenza? Può essere una spiegazione plausibile, ma dietro a tutto, in fondo in fondo, è la paura dell'ignoto che ci spinge a fare questo. Desiderio di dare forma e nome a tutto.

Ecco che allora quando qualcosa sfugge alle definizioni i risultati sono imprevedibili e dipendono da come le persone si pongono di fronte a questo. In questa situazione "critica" la razionalità parte già sconfitta e di conseguenza risulta sconfitto chi confida solo in essa, perché l'essenza del "dare un nome", del "definire" le cose è figlia del pensiero razionale e cosciente dell'individuo, ma in alcune situazioni non c'è razionalità che tenga. Oltre al capire, al definire, all'incasellare entro limiti precisi c'è invece il "sentire", quella percezione inspiegabile che ci accompagna dall'alba dei tempi, quella che permetteva ai nostri antenati di sopravvivere anche quando nulla poteva far presagire qualche pericolo.

Qui non c'è mente che possa spiegare, ci sono solo cuori che "sentono", che sentono attraverso un processo altrettanto inspiegabile quanto il "sentito". In una parola emozioni, che non andrebbero sottovalutate o sminuite, perché in esse si nasconde quella parte straordinaria, non razionale, che completa ogni essere umano, figlio della ragione e di quella scintilla di un "non so che" che lo rende unico e irripetibile. La conoscenza, intesa come acquisizione di informazioni e nozioni è alla portata di tutti: da questo punto di vista potremmo essere tutti uguali o ugualmente identificabili. Quello che ci rende diversi è come tutto questo viene vissuto e filtrato, come viene trasformato in sentimenti e da qui trasmesso a chi ci sta vicino: qui sta l'unicità, qui nasce la "magia" delle intese, l'alchimia di combinazioni uniche di sentimenti.

Così si può stare affacciati alla finestra e semplicemente osservare l'esterno, oppure accorgersi del rumore dei piatti che vengono lavati in una casa vicina, ragazzini che ridono e giocano, una risata che si alza improvvisa dalla strada, un bimbo che piange. E non intendo il semplice sentire, ma l'accorgersi che qualcosa intorno a noi sta succedendo, l'attenzione a piccole e grandi cose che ci circondano, perché a volte è proprio da queste piccole grandi cose che possiamo perdere o meno la possibilità di fare delle esperienze uniche e irripetibili, dare un compimento, un senso che non sia solo ragionamento a tutto quello che di noi è stato, che abbiamo vissuto e cerchiamo in questa vita che ci scorre di lato.

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